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Kakegurui, l’ossessione per il gioco d’azzardo [Recensione]

Trama e Ambientazione

L’istituto Hyakkaou è una prestigiosa scuola privata in cui gli studenti sono divisi in strati sociali. Su tutti domina il consiglio studentesco, che detta legge ai suoi studenti tramite scommesse e il gioco d’azzardo. Se vinci ti aspetta il paradiso, se perdi, l’inferno.

Coloro che si occupano delle scommesse sono invidiati da tutti mentre i deboli subiscono le assurdità imposte dalla scuola. Un giorno arriva una nuova studentessa di nome Yumeko Jabami e gli equilibri di potere all’interno dell’istituto iniziano a vacillare.

Recensione (Pro e Contro)

Kakegurui è un’opera piuttosto matura e dai temi forti: perno fondamentale di questa storia è proprio l’ossessione, compulsiva, sfrenata, al limite del perverso, dei protagonisti per il gioco d’azzardo, lasciandosi travolgere in un vortice di completa perdizione ai limiti della follia, pur di provare il brivido del rischio, l’ebbrezza di giocarsi il tutto per tutto in una partita di Poker, Black Jack o persino una banale Morra Cinese.

Per questo motivo l’impatto visivo dell’opera è fatto di continui e claustrofobici primissimi piani, espressioni distorte, occhi sbarrati e smorfie. A spiccare su ogni personaggio è la bellissima Yumeko, così ingenua e adorabile da far palpitare i cuori di ragazzi e ragazze dell’Istituto Privato Hyakkao, ma che d’altra parte, sembra non avere occhi che per il gioco.

Gesti scellerati, accentuati dalla sua fortissima espressività, dalla mimica e dai gesti: Yumeko, così come altri protagonisti di questo fantastico anime, trae un piacere dal brivido del gioco d’azzardo che può essere considerato a tuttigli effetti sessuale.

Così come sessuali sono i non tanto velati riferimenti sparsi qua e là durante gli episodi, nei comportamenti dei personaggi, nelle pulsioni dettate da una mossa particolarmente azzardata.

Ma dietro tutto questo, dietro le ossessioni per il rischio e l’avventatezza che si nota durante le sessioni di gioco, si nascondono in realtà animi nobili, storie toccanti, un velato parco di sentimenti e di emozioni, una denuncia nei confronti della società dei consumi, del lusso becero e gratuito, della visione “capitalista” in cui il più forte prevarica prepotentemente sul più debole.

Insomma, al di là del fascino che un racconto del genere può suscitare nel corso dei suoi episodi (sia pure con immagini distorte e disturbanti) c’è anche una buona dose di riflessione sui temi trattati.

In termini visivi, artistici e sonori l’anime è una perla assoluta, un’opera dall’estetica e dalle sonorità jazz che regala un’esperienza intensa e particolare.

Ovviamente l’anime non è esente da qualche difetto di fondo: quel difetto, a tratti, è proprio la sceneggiatura, che in questa prima stagione, al netto di tanta bellezza visiva e di momenti intensi sotto il piano emotivo, propone situazioni più o meno simili ripetute fino all’esasperazione, sfide ed esiti che si alternano con un tasso di difficoltà maggiore o una posta in gioco ancora più ardua e pericolosa.

Kakegurui: Voto

Tirando le somme Kakegurui è un anime profondo che può insegnare quanto possa essere terribile giocare, risultando così davvero formativo.

Il lato psicologico che si nota durante le sessioni di gioco attraverso strategie e mosse avventate è cio che mi spinge a dare un 8.5/10 a quest’anime, non è un capolavoro ma sicuramente merita di essere visto.



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